Dal Campo di Durban, partenza per la nuova destinazione: ZONDERWATER, CULLINAN.
17 Aprile 7941, inquadrati,ci conducono alla stazione ferroviaria di Durban,ci fanno salire su una tradotta ferroviaria il viaggio é quasi tutto notturno,perché dopo molte ore di viaggio il giorno 18 Aprile 1941,abbiamo raggiunto la Stazione di CULLINAN.
Dalla Stazione di Cullinan,ci inquadrano e in marcia,raggiungiamo il Campo di concentramento di ZONDERWATER BLOCCO NUMERO UNO,CAMPO NUMERO DUE,SUD AFRICA CULLINAN.
Entrati quì dalla porta d'ingresso del Blocco numero uno, abbiamo avuto accoglienza dai nostri predecessori di sventura che occupano il Campo numero uno da qualche giorno prima di noi chiedono ansiosi la ricerca di compaesani. Ciò viene chiesto a distanza,noi proseguiamo inquadrati fino a raggiungere il Campo numero due di nostra destinazione. Il tempo per dialogare con gli altri, lo avremo dopo, perché i campi sono aperti e intercomunicanti.
Il campo numero due, ha la capienza per duemila prigionieri siamo arrivati quasi tutti, all'estremo delle nostre forze, dobbiamo prendere coraggio e andare avantî,pensiamo davvero che da quì si riparte per qualcosa di buono. Il primo lavoro che ci viene comandato, é quello riunirci in gruppi da otto,alzare le tende già predisposte a terra tra due paratelle di piccoli fossati per lo scolo delle acque,piovane, alzata la tenda ,ognuno,di noi prende il suo "pagliericcio "e corriamo nel pagliaio al centro del campo stesso, stipato appositamente per questo scopo. Mente stacco il fieno con le mani e riempio il sacco,sento che emana un odore soave della campagna e di ultima stagionatura(mi guardo attorno e vedo una grandissima estensione di blocchi vuoti;tutti simili al primo blocco,ingresso unico per ogni blocco,corpo di guardia,doppia fila di reticolato spazioso di circa quattro metri adatto per correre con la camionetta per il cambio della guardia nelle calitte sollevate da circa tre metri da terra, da dove prende posto la sentinella di turno, per il controllo del movimento dei prigionieri che sono dentro al campo.)
Con il sacco pieno (pagliericcio)lo poso in tenda,ci sono gli altri commilitoni,facciamo conoscenza,sono quasi tutti Romagnoli,ma siamo tutti stanchi e deboli; debolezza dovuta alla mancanza di nutrimento dovuto dai giorni che precedono il 12 Aprile 1941, Sofferenza che se fosse proseguita ancora per altri quindici giorni,avrebbe mietuto buona parte di noi tutti prigionieri.
Sistemate le tende e i pagliericci,accogliamo la notizia che ci fanno mangiare. E’la cena. Ci fanno radunare verso il refettorio,uno per volta e per fila indiana,passiamo davanti ai secchioni pieni di minestra e ce ne danno un mescolo a persona versandola nel nostro piatto avuto in dotazione. La minestra la consumiamo dentro al refettorio,é buona, piena di verdura, legumi,e pezzetti di carne, é una porzione graduale,abbiamo anche una fettina di pane, allo scopo di non incorrere quanto si era verificato a Durban la sera dell'arrivo.
Arriva la sera,la debolezza e la nostra sonnolenza ci invita a buttarci su quei pagliericci rigonfi di fieno riposiamo incredibilmente come se tutti avessimo riposato su un letto di piume.